Lama Lhundroup
Psicologia
contemplativa.
L’alleanza della
saggezza millenaria delle tradizioni contemplativ
e le tecniche
psicoterapeutiche contemporanee.
3ème Millénaire n. 84 – Traduzione della dr.ssa Luciana Scalabrini
La psicologia contemplativa è scaturita
dall’incontro della tradizione viva degli insegnamenti di Budda e della
psicologia occidentale.
Il buddismo, in particolare mahayana, è diventato oggi un riferimento, una pratica quotidiana
per
milioni di occidentali, come la psicologia moderna e le diverse psicoterapie che
ne derivano fanno ora parte integrante del nostro contesto culturale.
I due ambiti hanno un vasto spazio nella cura del malessere
e dei condizionamenti dolorosi che sono le illusioni e le passioni.
Il dharma
e la psicoterapia permettono di scoprire i meccanismi
di proiezione indotti dagli schemi concettuali e affettivi non coscienti. Il
dissipare i veli che costituiscono queste strutture patogene porta ad una
relazione più giusta e autentica con se stessi e con gli
altri e dunque, in modo generale, più armoniosa con la realtà.
Detto questo, lo scopo ultimo di ogni
cammino è differente. Il Budda insegna la liberazione da ogni sofferenza legata
alla concezione illusoria di un individuo separato da una qualunque entità
autonoma e indipendente, sia essa psicologica o spirituale. La psicoterapia
invece tende a curare le ferite del me e a facilitare l’emergere di un ego
psicologicamente e socialmente equilibrato e sano.
Ora, benchè i rispettivi scopi della contemplazione e della
psicoterapia siano differenti, e i metodi terapeutici varino, è la loro
complementarietà sul piano psicologico e spirituale nella scoperta del senso e
della felicità della vita umana che appare necessaria nel nostro contesto occidentale spesso toccato dalla nevrosi.
La psicologia contemplativa non si sostituisce perciò né
all’una nè all’altra, ma propone un approccio che integri in modo
ottimale le qualità derivate dalle conoscenze e dall’esperienza
accumulata in ognuna delle discipline.
Questo approccio innovatore comprende mezzi
e tecniche diversi, che hanno in comune una conoscenza precisa dei
grandi arcani della psicologia occidentale e un’apertura intelligente alla
realizzazione della natura della mente e dei fenomeni presenti nel dharma come la liberazione da ogni
sofferenza. Praticamente la psicologia contemplativa
propone un approccio terapeutico fondato sull’apprendimento e la trasformazione
dinamica che include: comprensione, esperienza e disciplina nell’azione.
-
La comprensione di ciò
che siamo e viviamo all’interno, in sé, e all’esterno
nella relazione con gli altri .
-
L’esperienza sensoriale
come porta d’accesso al reale grazie alla pratica dell’attenzione e
dell’apertura all’esperienza immediata.
-
La disciplina e l’etica
dell’azione che propone dei mezzi per portare armonia e stabilità a livello del
corpo, della parola e della mente nelle relazioni della vita quotidiana.
L’analisi, la contemplazione, le tecniche di messa in opera,
il lavoro individuale e in gruppo sono attuate in una sinergia che permette di
apprendere in modo adeguato i diversi aspetti della scoperta di sé e della
giusta integrazione nel mondo d’oggi.
Il concetto di “psicologia contemplativa” è nato negli Stati
Uniti dall’ispirazione
del maestro della
tradizione tibetana Trungpa Rimpochè che contribuì in modo determinante
all’introduzione della tradizione vivente degli insegnamenti del Buddha in
occidente. Secondo Trungpa Rimpochè “ l’interesse e gli sforzi degli psicologi
occidentali hanno creato un ascolto favorevole, rendendo possibile la
comprensione autentica e completa del buddismo che ci sforziamo di esporre oggi
in questo continente”.
L’introduzione in occidente degli insegnamenti del Buddha
dai detentori orientali della tradizione vivente si è
sviluppato a partire dagli anni sessanta. Ormai i primi discepoli occidentali sono
diventati insegnanti affermati. Numerosi insegnanti hanno fatto ricerche e
acquisito un sapere o una sensibilità particolare agli approcci medici e/o
psicoterapeutici. D’altra parte molti medici e/o terapeuti si
ispirano alla dimensione terapeutica del Dharma.
Da questa reciproca fecondazione tra gli insegnamenti del
Buddha e il campo terapeutico occidentale emerge un approccio integrato: la
psicologia contemplativa.
Da 25 anni il Sangha
Rimay, sotto l’impulso di Lama Denys sviluppa un’intensa attività di
ricerca e di incontri interdisciplinari e tra le
tradizioni con l’intento costante di trovare i mezzi più adeguati per rendere
accessibile la salute fondamentale, l’etica e la spiritualità insegnata dal
Buddha in un approccio di apertura non
confessionale. E’ in questo contesto e in
collaborazione col Dr John Welwood che l’università propone una serie di
seminari sul tema: “Il potere guaritore della presenza incondizionata”.
In questa prospettiva, la più importante delle attitudini di
cui può far prova un terapeuta è la presenza
incondizionata: la capacità di restare aperto e di esplorare liberamente la
profondità dell’esperienza umana senza
tergiversare, senza attese né manipolazione alcuna.
Questa qualità di presenza porta una dimensione viva e
feconda al processo di guarigione e di maturazione, che permette all’esperienza
di svilupparsi nella direzione della verità o della profondità dell’essere.
La presenza incondizionata guarisce i conflitti interni che
sono alla radice di tutti i problemi psicologici e permette all’esperienza di attuarsi nella
direzione di una verità più profonda.
Tutti i problemi psicologici sono questioni spirituali,
sintomi che rivelano il distacco dalla nostra natura profonda. La psicoterapia
convenzionale raramente si fa carico di quella deconnessione dal nostro essere,
che è alla base di tutti i traumi emozionali.
Le pratiche spirituali spesso si bloccano tra gli schemi
condizionati e le identità inconsce che emergono dalle nostre storie personali.
Perciò quando associamo il lavoro psicologico e spirituale, ognuno
degli approcci si può completare, rafforzarsi e creare nuove sinergie che
accrescono il potenziale di ognuno. Scopriamo così che tutti gli aspetti o le
difficoltà emozionali contengono le loro opportunità spirituali. Le debolezze
emozionali ci mostrano
in quale punto siamo deconnessi da noi stessi e diventano un
varco di accesso per sviluppare nuove
risorse che finora erano nascoste. Questo tipo di lavoro porta a rallentare e a
prendere il tempo di respirare e di osservare la natura della nostra
esperienza. Si tratta di entrare in contatto e di comunicare profondamente in
modo sensibile con il nostro sentire di momento in momento, senza fare ricorso
alle identità e alle strategie abituali. E’ un’occasione per esplorare la
propria esperienza con freschezza e per essere presenti con sé in modo nuovo.
L’esplorazione può essere aiutata da un approccio
contemplativo nel silenzio del mentale o analitico. La scoperta apre i seguenti
temi:
-
sviluppo della capacità di una presenza incondizionata: incontro
dell’esperienza sensoriale direttamente mantenendola in una intelligenza di
compassione senza giudizio o reattività;
-
esplorazione e lavoro con l’esperienza corporea, apprendendo a
distinguere l’esperienza sensoriale del chiacchiericcio mentale , dei concetti
e giudizi che ci distraggono;
-
riconoscimento e abbandono delle vecchie identità e concezioni di sé
provenienti dal passato, che generano i comportamenti compulsivi e le abituali
paure;
-
contatto con la paura, le difficoltà emozionali e le proiezioni come
opportunità di scoperta di sé e di accesso a una maggiore lucidità;
-
apertura verso una dimensione più ampia del nostro essere, a
un’intelligenza più vasta, che supera concetti e definizioni;
-
integrazione delle ferite emozionali e dei soliti condizionamenti:
-
maggiore sensibilità del corpo sottile come apertura alla presenza;
-
connessione e lavoro con le energie dell’intelligenza del cuore e del
ventre;
-
esplorazione del ruolo centrale dell’amore nello sviluppo personale e
personale;
-
sviluppo dell’amore benevolo;
-
approccio alle principali visioni derivate dal buddismo da una parte
e dalla psicologia occidentale dall’altra per offrire un quadro più ampio al
lavoro di sviluppo psicospirituale.
Il lavoro proposto vi sfida a
incontrarvi direttamente e ad essere più pienamente in contatto con voi stessi.
La pratica, con un accompagnamento accogliente, dell’apertura sensibile e
regolare a ciò che è, cioè a ciò che siamo e viviamo a
livello del corpo, della parola e della mente, permette di comprendere e di
vivere la realtà. Ed è questa comprensione profonda
che dà sollievo e libera dalle difficoltà sia spirituali che psicologiche.